Al momento in cui scrivo la home del mio blog da’ punteggio PageSpeed Insights 87/100 da mobile: per molti siti web un vero e proprio miraggio, dato che il nuovo sistema per calcolare la velocità dei siti è particolarmente ostico da ottimizzare, molto più di quanto non fosse in passato. Eppure da più parti i vari SEO ed esperti del settore insistono su questo aspetto come vitale, e dal punto di vista di Google si tratterebbe di un fattore di posizionamento di rilievo.
PageSpeed Insight: può cambiare nel tempo, anche se non tocchi nulla nel sito
Aspetto indiscutibile, quest’ultimo, per quanto – a mio avviso – con tre criticità da specificare:
- non per tutte le SERP il PageSpeed Insights è effettivamente un fattore di posizionamento rilevante;
- come qualsiasi altro fattore, non è detto che fornisca un riscontro immediato in termini di posizionamento;
- non è chiaro come ottimizzarlo e la metrica del PageSpeed Insights, di per sè, è contraddittoria su molti siti.
Il punto cruciale che quasi nessuno ha inquadrato, in effetti, è il seguente: se oggi misuro il PSI su una pagina, ottengo un punteggio specifico (ad esempio 92/100) e non cambio nulla, se tornassi a fare il check dopo una settimana pur senza avere cambiato nulla non è detto che riotterrò 92/100.
Su questo Google è stata abbastanza chiara: ha detto che è un fattore importante, ma non bisognerebbe focalizzarsi su di esso come se fosse un obiettivo. Infatti la prima cosa che dice Mueller, ad esempio, è che il PSI è più complicato di qualsiasi altra metrica, e soprattutto può cambiare senza che vengano apportate modifiche al sito Web.
La posizione ufficiale di Google a riguardo: John Mueller
C’è un tweet ufficiale che la dice lunga a riguardo: un SEO avevo chiesto delucidazioni sulle fluttuazioni del PSI, e Mueller risponde che
“in generale i punteggi [del PSI] possono cambiare nel tempo anche senza apportare cambiamenti al tuo sito. Non sono misurazioni fisiche (cioè non lo sono nel senso che, probabilmente, misurano in modo empirico-sperimentale non la velocità del sito, ma anche la sua fruibilità, UX e via dicendo, ndr)“
e poi conclude:
Usa questi strumenti per migliorare l’esperienza dell’utente col tuo sito, non vederli come veri e propri obiettivi.
Ecco il tweet in questione.
Absolutely agree regarding not seeing them as the final goal. Just when the Score drops significantly from something like 80 to 20, you would want to know if the tool has a problem or the website has rolled something bad out. Glad to have found some sort of acknowledgement.
— Sebastian Simon (@_sebastiansimon) February 5, 2019
Per migliorare il PSI, comunque, la strada più immediata (e spesso più lunga) è un’ottimizzazione mirata, sito per sito e theme per theme, che vada a ridurre il numero di chiamate HTTPS su ogni pagina, specialmente file CSS e JS. Di seguito, ad esempio, ho spiegato operativamente un possibile approccio all’ottimizzazione del PSI, basato sul plugin WP Asset Cleanup.
Il PageSpeed Insights è complicato, senza dubbio, molto più di quanto non lo siano GTMetrix o altri tool analoghi; e solo un approccio omni-comprensivo e flessibile sarà possibile migliorare le prestazioni ed i posizionamenti del tuo sito web.