Parole chiave sulla sinistra & massimo 60 caratteri nel title? Non per forza

Oggi discuteremo criticamente (e sperimentalmente) una delle affermazioni più ripetute negli eventi di formazione SEO (ed in molte consulenze):

Mettete sempre le parole chiave sulla sinistra del title!

e poi:

Non scrivete <title> troppo lunghi. Google li taglia!

Si tratta di affermazioni generalmente innocue – quanto semplici da seguire, per quanto spesso portino a conseguenze peggiori dei problemi che si vorrebbero evitare. Anzitutto, le parole chiave scritte “prima possibile” sono ok: vanno bene per moltissimi siti editoriali, quelli che vogliono far capire all’utente di cosa tratta la pagina (io l’ho fatto in questo articolo, se ci fate caso).

Ma il mio sito vive sui contenuti, molti altri miei siti lo fanno, ma questo non vuol dire che il criterio di “tenere la sinistra” per le keyword sia valido per tutti i siti. Anche perchè, in genere, questa regola non è detto che vada bene per l’ottimizzazione delle pagine prodotto o delle pagine contatti, o delle landing page in genere. Soprattutto, questa regola presuppone che il tuo sito sia di qualità, cosa tutt’altro che scontata: non è che basti applicare questo criterio per vedere miracoli nel prossimo futuro.

I Monty Python ci ricordano che i segnali “Tenere la sinistra” spesso si organizzano in bande molto aggressive.

Ed i title troppo lunghi? Vero, i <title> non devono essere troppo lunghi: ma attenzione anche qui, quello che sembra un limite … può diventare un’opportunità. Per esteso, come già scrivevo nell’articolo sulle strategie SEO più comuni, potrebbe essere inopportuno scrivere titoli (delle pagine, degli articoli ecc.) troppo lunghi: il motivo fondamentale per non farlo è che i title lunghi vengono troncati nei risultati di ricerca, senza contare che la gente potrebbe non leggerli per intero e non cliccare sul nostro risultato. In genere questo implica l’assunzione che il pubblico, cioè i nostri futuri visitatori, possano non capire appieno il senso del nostro <title>, e che lo stesso perda prestazioni in termini SEO (che sono misurabili dalla Search Console: corrispondono, ad esempio, al CTR della pagina).

Nella foto, Google riflette pacatamente su come accorciare i title dei webmaster.

Troppi SEO, pero’, immaginano Google come un macellaio pronto a fare a fette i nostri title, e spingono a creare irresponsabilmente title con sole parole chiave prive di un senso logico: questo limite è deleterio, in media, purtroppo. Porta a comportamenti sbagliati, in sostanza: porta addirittura a far pensare alle persone che si debba fare SEO infilando parole chiave dove capita o alla meno peggio, e ‘ntu culu alla forma italiana, alle figuracce che si fanno in giro ed al fatto che i title con stuffing di keyword non se li caga più nessuno da anni.

Un po’ come succede per un’altro stereotipo SEO duro a morire, cioè che il luogo migliore per seppellire un cadavere sia la seconda pagina di Google (ah ah ah, l’avete capita? era una battuta, ah ah ah). Un’affermazione che trovo sinceramente fuori da ogni logica perchè:

1) assume che l’utente medio che cerca sia un babbano che clicca sul primo risultato a prescindere (per dire: conosco persone che non cliccano mai gli annunci di Adwords, da sempre in prima pagina, per il banalissimo fatto che sanno che si tratta di pubblicità)

2) non tiene conto della user experience, e del fatto che non sempre gli utenti trovano quello che cercano al primo colpo, ed effettuano spesso una serie di aggiustamenti, di ricerche successive alla prima: in fondo, Google non è un dio che legga davvero nel pensiero – non ancora, almeno.

3) la Search Console di Google permette di misurare la percentuale di clic su ogni risultato in SERP: questa sfumatura sfugge clamorosamente a chi parla di prima pagina ad ogni costo. In generale, su 100 visualizzazioni posso cliccare 1, 2, 3, … fino a 100 volte, e questo è un dato importante che molti, troppi ignorano beatamente. Sono sfumature impossibili da ignorare in un’analisi SEO seria! Momento auto-promozione: se volete saperne di più sulla Search Console, su questo sito trovate slide e video che spiegano un po’ tutto quello che c’è da sapere sull’argomento.

Nella foto, un classico utente di Google che clicca per forza sul primo risultato.

Questo è un articolo scritto su questo blog qualche tempo fa, come esempio pratico di troncamento del <title>, che ha subito un taglio da parte di Google:

Ma siamo sicuri che sia penalizzante, in questo caso? A me pare che, tutto sommato, funzioni lo stesso, perchè l’utente capisce di che si tratta (a meno che non sia proprio un babbo, non nel senso di papà ma di babbano) e rimane incuriosito dalla pagina stessa, che è informativa – e da’ un certo senso di giusta “sospensione” al risultato, quasi fosse click baiting. O no? 🙂

Io direi, come regola generale, che nei title basta utilizzare le parole giuste e più pertinenti, scrivere un contenuto descrittivo e pensare a come “ci vedranno” gli utenti, dando la precedenza alla corretta forma italiana su qualsiasi presunta “tecnica SEO” e cercando di avere il dono della sintesi (un po’ come fate su Twitter, se mi passate il confronto).

Storicamente, il limite accettato da moltissimi sembra risalire al blog di Moz (fonte), per cui la lunghezza ideale di un title si aggirerebbe sui 50-60 caratteri, considerando il numero massimo di lettere che vanno a riempire uno schermo di 512px (al minimo). Ma è un limite ormai superato: in realtà, ad esempio, anche solo “Ottimizzare il tuo sito On-Page in 10 passi: migliora il posizionamento …” è lungo 76 caratteri, e possiamo trovare tanti altri esempi analoghi (lunghezza da 65 e 76 e passa, basta guardare le pagine indicizzate di questo sito).

E se lo misurassimo in parole? Secondo un’analisi di Enrico Altavilla, il reale supporto di Google arriverebbe fino a 12 parole consecutive nel title (fonte), anche se sempre col mio blog ho trovato una piccola eccezione a questa regola, che arriva a 13 parole, “Fare SEO: perchè il tuo sito ha bisogno di traffico qualificato (e dove …“, che sono 13 paroline esatto, per cui ragionate semmai sul limite massimo di 12-13 parole, ovviamente ad esclusione di supercalifragilistichespiralidoso.

Deduco quindi, senza scendere in ulteriori analisi e ragionando un po’ “a spanne”, che il limite reale sui title sia di 13 parole al massimo.