Dizionario SEO e SEM

Introduzione

In questa pagina troverete tutti i principali termini utilizzati in ambito SEO, con una breve spiegazione, esempi pratici e link di approfondimento. Sono stati inseriti i termini sia tecnici che operativi più utilizzati, cercando di evitare ripetizioni e neologismi che sarebbero stati poco chiari. Questa guida è per tutti, non solo per tecnici! Qui a fianco potete trovare un indice generale, ordinato, con 169 voci utili tra i termini più comuni nel settore.

400

Codice di stato associato ad una cattiva richiesta (bad request), forse uno degli errori peggiori da gestire perchè, in genere, dipende dall’attuazione di cattive pratiche di programmazione in Javascript o PHP.

Il codice di stato HTTP 400 è una risposta di errore inviata dal server quando la richiesta del client contiene dati non validi o non corretti. Indica un errore nella sintassi della richiesta e viene comunemente denominato “Bad Request” (Richiesta non valida). Di seguito ti fornirò un esempio di come gestire un errore HTTP 400 in JavaScript e spiegherò come risolverlo in linea di massima.

Esempio in JavaScript:

fetch('https://example.com/api/endpoint', {
method: 'POST',
body: JSON.stringify({}),
headers: {
'Content-Type': 'application/json'
}
})
.then(response => {
if (!response.ok) {
throw new Error('Bad Request');
}
return response.json();
})
.then(data => {
// Gestisci correttamente i dati di risposta
})
.catch(error => {
console.error(error);
// Gestisci l'errore HTTP 400
});

In questo esempio, viene eseguita una richiesta POST a un endpoint API su example.com. Il corpo della richiesta viene inviato come un oggetto JSON vuoto ({}) e viene impostato l’intestazione “Content-Type” come “application/json”.

La risposta viene quindi verificata tramite il metodo ok per determinare se la richiesta ha avuto successo o meno. Nel caso in cui la risposta non sia stata OK, viene generato un errore con il messaggio “Bad Request”.

Successivamente, viene chiamato il metodo json() sulla risposta per ottenere i dati JSON restituiti dal server. Se la richiesta è andata a buon fine e i dati vengono restituiti correttamente, il codice può procedere a gestire i dati di risposta.

Nel caso in cui si verifichi un errore HTTP 400, viene catturato nell’ambito del blocco catch, dove è possibile eseguire l’elaborazione specifica per l’errore. Nell’esempio, viene semplicemente stampato un messaggio di errore nella console, ma puoi personalizzare il comportamento in base alle tue esigenze.

Per risolvere il problema alla base dell’errore HTTP 400, dovresti esaminare attentamente i dati inviati nella richiesta. Assicurati che i dati siano conformi alla sintassi e ai requisiti specifici dell’API o del server a cui stai facendo la richiesta. Verifica che i dati siano correttamente serializzati come JSON e che l’intestazione “Content-Type” sia impostata correttamente. Puoi anche controllare la documentazione dell’API o contattare gli sviluppatori per ottenere ulteriori informazioni su come risolvere specifici errori HTTP 400.

Vedi: come ridurre gli errori 4xx sul proprio sito

404

Pagina web non esistente perchè cancellata o spostata, ad esempio. Se un link restituisce una pagina 404, per intenderci, vuol dire che punta ad una locazione sbagliata e dovrebbe essere corretto.

Per risolverlo in genere o si crea una pagina “tampone” all’indirizzo mancante, cosa semplice da realizzare e utile per recuperare traffico, ad esempio, oppure si fa un redirect alla home (nella peggiore delle ipotesi) o ad una pagina simile a quella mancante (ipotesi idealmente migliore di tutte).

Vedi: come ridurre gli errori 4xx sul proprio sito

410

Pagina web non esistente perchè cancellata o spostata, lleggermente diversa da una 404.

Un errore HTTP 410, noto anche come “Gone” (Rimosso), è un codice di stato che indica che una risorsa richiesta precedentemente esisteva sul server, ma non è più disponibile e non tornerà ad essere disponibile in futuro. L’errore 410 indica che la risorsa è stata intenzionalmente rimossa e che il server non fornisce un’indicazione di reindirizzamento o di posizione alternativa per la risorsa.

Quando si riceve un errore 410, significa che la risorsa richiesta è stata eliminata in modo permanente e non è possibile accedervi nuovamente tramite la stessa URL. Questo codice di stato viene spesso utilizzato per risorse che sono state rimosse deliberatamente dal server o che sono diventate obsolete.

Un esempio di risposta HTTP 410 potrebbe apparire, ad esempio, come segue:

php
HTTP/1.1 410 Gone
Date: Wed, 17 Jul 2023 10:30:00 GMT
Server: Nginx/1.0
Content-Type: text/html
Content-Length: 234

<!DOCTYPE html>
<html>
<head>
<title>410 Gone</title>
</head>
<body>
<h1>410 Gone</h1>
<p>Mannaggia! La pagina non è più disponibile sul server, errore 401 Gone (andato).</p>
</body>
</html>

Nell’esempio sopra, il server risponde con un’intestazione HTTP “410 Gone” e restituisce una pagina HTML che indica che la risorsa richiesta non è più disponibile. La risposta può includere ulteriori informazioni sulla ragione della rimozione o suggerire alternative se disponibili.

Per risolvere valgono in linea di massima le considerazioni fatte per la 404.

Vedi: come ridurre gli errori 4xx sul proprio sito

Above the fold

Nel web l’above the fold (letteralmente: sopra la piega) fa riferimento ai contenuti visibili immediatamente dopo aver avuto accesso alla pagina: quindi, per intenderci, la parte visibile in alto senza scrollare.

Ovviamente, ad oggi, con i diversi dispositivi in gioco per accedere al web, esiste più di un above the fold: uno per desktop (a varie risoluzioni), uno per mobile (e può cambiare in base al modello del telefono), uno per tablet o ebook reader.

Tipicamente fornisce l’impatto della pagina web, e ne determina spesso l’efficacia in termini di obiettivi o scopo della stessa. Può essere corredato o meno da uan chiamata all’azione (call to action), il che determina la buona realizzazione di landing page.

In genere above the fold mettiamo la parte del layout che vogliamo maggiormente che il pubblico veda o clicchi, al limite. Vale anche come ottimizzazione per Google Adsense, dato che tipicamente quello che sta nell’above the fold viene cliccato più spesso, per quanto possa creare qualche problema di usabilità.

Vedi anche: come ottimizzare il CRO

Accessibilità

La opportunità per utenti e motori di ricerca di accedere ai contenuti e poterne fruire in comodità. In un certo senso potrebbe considerarsi un fattore SEO “indiretto”, per quanto non rientri tra i ranking factor che gli esperti SEO tendono a considerare. Sta perdere un fattore di ranking anche l’accessibilità, in qualche modo, perchè se un sito non si clicca bene o non c’è abbastanza spazio Search Console “se ne accorge”. Si veda anche Usabilità.

Acquisto di link

Pratica utilizzata in ambito SEO, quasi sempre di nascosto e non pubblicamente per cui si propone di pubblicare un articolo ad un sito con buona authority, in cambio di denaro. Ovviamente l’articolo dovrà contenere un link che punterà al sito che vogliamo promuovere. Ufficialmente non consentita da Google, ma praticata in larga parte nel mondo reale.

Vedi anche: link building, comprare link

Advergame

Giochi con pubblicità all’interno. La diffusione degli advergame parte da un’idea semplice: la pubblicità classica annoia, pur essendo spesso in target. In questi termini un videogioco con il quale interagire, ovvero un advergame, è sviluppato per veicolare un messaggio pubblicitario infilato all’interno del gioco stesso, con modalità più o meno trasparenti.

Affiliazione

Accordo commerciale tra un commerciante ed il proprietario di un sito, che può essere sia gratuito (come quasi sempre avviene) che a pagamento. Il primo propone dei banner, dei link di testo o dei contenuti ipertestuali tracciabili, il secondo li mette nel proprio sito. Il commerciante darà poi una percentuale su quello che il webmaster è riuscito a vendere mediante il proprio sito, che solitamente andrà dal 2 al 10% del prezzo del prodotto o servizio. Una delle affiliazioni più famose ed usate al mondo è quella dei prodotti di Amazon, ad esempio.

Vedi anche: Tu clicchi, io guadagno: Il mito dei banner miracolosi

Aggregatore

Sito che raccoglie contenuti o link da altri portali, e li cataloga o raggruppa con vari criteri. Uno degli esempi più noti è senza dubbio Reddit.com, che propone subreddit tematici su qualsiasi cosa: software, notizie, curiosità, prodotti, servizi, fotomontaggi e così via. Da Reddit.com prendono spunto gran parte dei siti web e dei portali tecnologici per postare contenuti e news, soprattutto.

Alexa

Alexa è un sito che fornisce analisi di traffico web basate su un campione di navigatori che accetta, volontariamente, di farsi tracciare. Proprio quest’ultimo presupposto è alla base del fatto che il campione potrebbe essere parziale o inaffidabile, senza contare che i dati di società private che fanno statistiche potrebbero, in generale, riportare informazioni false (fake news) per interessi personalistici.

Algoritmo

In informatica, una sequenza di passi eseguiti da un programma per realizzare qualcosa. Nell’ambito SEO, gli algoritmi di Google sono i criteri con cui, mediante complesse valutazioni, si “decide” il posizionamento di ogni sito. Cartoni di Google lavorano in maniera concorrente imprevedibile e valutano diversi aspetti legati alla pagina web, ai suoi contenuti, ai suoi tag, alla sua fruibilità, ai riferimenti esterni da altri siti e alla sua usabilità, da qualche anno.

Vedi anche: Guida agli update di Google

allintitle:”X”

Operatore di Google utile per visualizzare tutte le pagine web che contengano una certa parola chiave, ad esempio X, solo all’interno del title.

Vedi anche: Laboratorio SEO: Come Fare Link building

allinanchor:”X”

Operatore di Google utile per visualizzare tutte le pagine web che contengano una certa parola chiave, ad esempio X, solo all’interno delle anchor text dei link.

Anchor text

Detti solitamente “ancore” o “ancore di testo”, sono i testi descrittivi che accompagnano la definizione di un link: ad esempio nel markup HTML seguente

<a href=’http://miosito.com’>questa è un’ancora</a>.

Tipicamente esse aiutano l’utente ed i motori di ricerca a capire la natura del link (quindi danno anche un “indizio” a Google, quando ci passerà), in altri casi sono del tutto generici. Sono state proposte varie classificazioni delle ancore testuali, in effetti: anonime, ad esempio, se sono tipo “clicca qui”, oppure corrispondenti ad una chiave di ricerca, il che può essere sia a livello esatto che di match parziale. In generale cercare di renderle pertinenti e diversificate nel lungo periodo, ed ovviamente con un occhio di riguardo ad evitare forzature evidenti (manipolare “bene” le anchor text è SEO a tutti gli effetti).

Non è detto, comunque, che questa operazione debba essere eseguita manualmente poichè i link di ritorno possono anche essere naturali (es. classico: vi citano il sito in un forum, in un blog oppure su Yahoo! Answers). I testi àncora, in definitiva, servono ad orientare il lettore sul contenuto del link destinazione (in modo contestuale al resto del testo ma anche, spesso, non contestuale), e indirettamente – quindi senza reali prove a riguardo – a “spingere” un link sui motori sfruttando sia keyword a corrispondenza “secca” che “approssimativamente simili”. È importante quando distribuite ancore nei vari siti di evitare sovraottimizzazioni, cercando di variare al massimo sia i link destinazione che i testi.

Vedi anche: cos’è un backlink

Anti-marketing

Sentiment contrario alle strategie di marketing classiche, molto diffuso da alcuni blog, che propongono nella polemica un acquisto critico e consapevole: spesso l’anti-marketing deve il proprio modo di pensare alle critiche al consumismo, al capitalismo ed al liberalismo.

Nella realtà viene sfruttata come tecnica di guerrilla marketing per incentivare indirettamente il consumo “tribale”, ovvero di settore o specialistico, da parte di categorie di utenti molto più informati della media.

So cosa pensa la gente del marketing adesso: “oh, sapete cosa fa Bill? Gioca la carta dell’anti-marketing. Molto intelligente, è un buon mercato”

NON lo sto facendo, dannazione! Smettetela di porre il segno del dollaro su qualsiasi maledetta cosa al mondo (B. Hicks)

Applet

Widget scritto in linguaggio di programmazione Java, che si può integrare nelle pagine web. Tecnologia poco supportata e non più consigliabile, ad oggi, dato che è incompatibile con quasi tutti i browser, i dispositivi Apple le bloccano ed i motori di ricerca non sono in grado di leggerli.

Ad oggi, è una tecnologia quasi del tutto obsoleta.

Article Marketing

Strategia di link building molto diffusa, che consiste nel postare su un altro sito un contenuto, tipicamente promozionale o “camuffato” da articolo informativo.

Vedi anche: link building, comprare link

ASP (Active Server Pages)

Linguaggio di programmazione lato web creato da Microsoft.

Attributo alt

Attributo HTML consentito sui tag immagine, che rappresenta il testo alternativo della stessa o la sua descrizione.

Spesso riferito in modo errato come “tag” alt: in realtà si tratta di un attributo del tag HTML per le immagini <img>, e rappresenta la descrizione testuale dell’immagine stessa, spesso e volentieri con parole chiave pertinenti al suo interno.

Esempio per l’immagine iniziale di questa pagina:

<img src=”https://www.capolooper.it/wp-content/uploads/2019/09/glossario-seo-2019-700×649.jpg” alt=”Dizionario SEO” />

Attributo title

Attributo HTML consentito su vari tag (tra cui i link), che rappresenta il testo descrittivo della stessa oppure una vera e proprio call to action. Esempio: <a title=”Guarda l’offerta ” href=”https://path/to/site”/>clicca qui</a>

Authority

Indica l’autorevolezza di un dominio, in termini di potenzialità SEO, sulla base di numerose metriche disponibili. Alcuni esempi possono essere lo ZA (Zoom Authority) di SEOZoom, ma ce ne sono, volendo, molte altre.

AuthorShip

Sorta di “firma” che era possibile, fino a qualche anno fa, apportare sui propri contenuti web (ad esempio a fine di ogni articolo) per accreditatarsi digitamente come autori del testo delle pagina. Molto probabilmente, inoltre, è stato un fattore di posizionamento per i siti che ne facevano uso. Era una buona cosa, in effetti, ma – ormai da anni – Google ha pensato di rimuoverla.

Avatar

Un’immagine stilizzata, spesso da un brand che permette di generarle in automatico, free o a pagamento, che rappresenta un utente, utilizzata più che altro nei forum e di meno nei social network.

Bad Neighborhood

Nell’ambito SEO ha due significati simili: può indicare il “cattivo vicinato” di un sito, ad esempio ospitato all’interno di un hosting condiviso che ospita siti di spam (quindi con indirizzo IP comune), ma può anche riferirsi ad un sito di qualità bassa che ne linka uno di qualità più alta.

Vedi anche: [PBN SEO] Private Blog Network: guida completa e GRATIS

Backlink

Rappresentano i collegamenti ipertestuali al nostro sito da parte di altri siti. Ci sono vari modi per ottenerli, anche se nella migliore delle ipotesi si ottengono spontaneamente (ad esempio quando vi citano su Quora come referenza attendibile), oppure se venite citati dentro un articolo di un altro blog e via dicendo. Nella maggioranza dei casi i backlink influenzano il ranking solo nel medio-lungo periodo, ed è molto difficile capire quanto (e se) davvero possano condizionare la posizione di un sito.

I backlink degli altri siti possono essere visionati mediante strumenti a pagamento come SEOZoom, mentre quelli del nostro sono visibili via Search Console.

Vedi anche: Che cos’è un backlink?

Backlink generator

Sono dei tool automatici diffusi nella rete, a volte free altre addirittura a pagamento, che effettuano link building in automatico mediante segnalazioni automatiche. Questo avviene sia mediante apposite API disponibili in alcuni siti (perlopiù scadenti), sia sfruttando falle di sicurezza all’interno degli stessi che, ad esempio, pingando pagine web che creano contenuti in automatico (un caso molto comune sono i siti che forniscono lo “stato di salute” di un dominio: basta manipolare l’URL di quei siti per creare una pagina web con backlink brandizzato). In genere sono tool controversi: la loro efficacia è alquanto discutibile, anche se alla prova dei fatti non sembrano dare un contributo nè in positivo nè in negativo.

Vedi anche: link building, comprare link

Bait-and-switch

Tecnica utilizzata per aumentare il traffico (ed il ranking, sperabilmente) di un sito mediante anchor text ingannevoli ed alettanti, che puntano invece ad apposite landing page che non c’entrano nulla (e che di solito vendono qualcosa). A livello teorico possono funzionare, se è vero che il navigatore medio del web spesso si trova davanti pagine che non ricordava di avere mai aperto, ammesso che funzioni il marketing dietro la pagina stessa, ovviamente. Un esempio potrebbe essere: foto di donne nude (che in questo caso diventa una “scusa” per linkare Pixabay). Se preferite, un bel rickrolling in chiave SEO.

Ban

Operazione mediante la quale Google elimina, in tutto o in parte, i contenuti di un sito web precedentemente indicizzato, ad esempio per via di contenuti spam, problemi di sicurezza nel sito ed uso di schemi di link.

Vedi anche: Sito penalizzato da Google: cosa fare?

Bid

Nell’ambito del Search Engine Marketig, l’offerta che viene proposta per un click all’interno di una campagna pay per click (PPC).

Black Hat

Tecniche di posizionamento di un sito ufficialmente non ammesse da Google, e che riguardano solitamente violazioni di siti altrui, abuso dei termini e condizioni, inserimento fraudolento di link, backlink nascosti via CSS, uso improprio di altri siti. Può portare a penalizzazioni di vario genere, se utilizzato.

Vedi anche: [PBN SEO] Private Blog Network: guida completa e GRATIS

Blog

Un sito che pubblica articoli, tipicamente tematici e suddivisi per categorie. Può essere di un singolo (blog personale), di un’azienda (blog aziendale), o anche parte di uno schema di link (PBN).

Blogosfera

L’insieme dei blog che trattano uno o più argomenti. Per i SEO è una fonte potenzialmente illimitata di backlink, da acquisire – in teoria, almeno – a varie condizioni.

Blog Comment

Strategia di link building molto cheap e semplice da effettuare: si tratta di trovare blog che accettino commenti e linkare nel campo “Sito” o “URL” il proprio sito o la propria pagina. Si tenga conto che l’ancora, di solito, corrisponde con il campo nome del form per commentare. L’efficacia di questa strategia è dubbia, anche se un link nei commenti ben piazzato su un blog molto famoso può aiutare, quantomeno, in termini di maggiore numero di visite.

Blog Farm

Insieme di blog, creati da una o più persone e popolati artificialmente mediante feed RSS esterni: molto utilizzate per fare link building alla buona, da diversi anni anche in Italia.

Body

Rappresenta la parte centrale e principale della pagina HTML, ovvero tutti i suoi contenuti visibili ed utilizzabili dall’utente finale.

Bookmark

Letteralmente, segnalibro: in ambito SEO ci sono vari siti che permettono di salvare link, catalogarli e soprattutto pubblicarli. È anche una tecnica di link building molto cheap e veloce, anche se l’efficacia della tecnica è dubbia, soprattutto in italia dove i siti di bookmark sono poco o per nulla utilizzati.

BOT

Software che esegue operazioni di vario genere in automatico, spesso periodicamente (ad esempio ogni ora, oppure ogni minuto).

Brand Momentum

Il momento di un brand è ciò che lo rende solido e credibile, e passa per vari tipi di consolidamento, operazioni da svolgersi nel tempo.

Cache

Copia di una pagina web che il browser, ma anche Google, può mantenere dentro di sè per motivi di efficenza (ad esempio: per risparmiare banda).

CPA – Cost-Per-Action

Indica il costo per una singola azione, come ad esempio il click su un banner con successivo raggiungimento di un obiettivo (action) che potrebbe essere: un acquisto online oppure l’iscrizione ad una newsletter.

CPC – Cost-Per-Click

Indica il costo per un singolo click su un banner. Dal punto di vista di chi investe in pubblicità Google Ads, ad esempio, è un costo che si paga per ogni singolo click. Dal punto di vista di un publisher Google Adsense, indica il suo guadagno lordo (al netto della percentuale trattenuta da Google).

CTA – Call-To-Action

Chiamata all’azione, ovvero: un link o un pulsante messo in una pagina web che invita inequivocabilmente all’acquisto o all’iscrizione al sito.

Churn

Oscillazioni sostanziali nei risultati della ricerca, in gergo SEO (genericamente indica il “salire” o lo “scendere” di un risultato): dovute ad esempio alle continue modifiche che Google effettua al suo algoritmo, oppure – se preferite – agli aggiustamenti dei risultati al variare di testi, backlink, title e via dicendo.

Contextual Marketing

Una forma di advertising in cui le pubblicità o ads sono poste in un contesto ben preciso: ad esempio un sito di recensioni di servizi di hosting con al proprio interno pubblicità di servizi di hosting. È il modello che utilizzano molti SEO per promuovere e monetizzare i propri blog, spesso focalizzandoli su nicchie specifiche.

Google Adsense è stato uno dei primi a proporre il modello in questi termini.

Codice di stato HTTP

Codice numerico di tre cifre che rappresenta lo stato del server: può indicare status particolari della pagina, errori, problemi secondari, correttezza della risposta, redirezionamenti di pagine ed altro ancora.

Content marketing

Il marketing dei contenuti può essere molto utile per generare interesse nei confronti di un brand nato da poco, ad esempio proponendo contenuti informativi (tutorial, tipicamente) e poi firmandosi alla fine col nome della propria azienda o inserendo una call-to-action ad un’offerta pertinente. È una delle strategie più lunghe, migliori, oltre che più sicure, per fare una buona SEO e garantire un minimo ritorno d’investimento (ROI).

Copyleft

Il “permesso d’autore” o copyleft  indica un modello di gestione dei diritti d’autore permissivo e più aperto di quello tradizionale, in cui l’autore concede il riutilizzo o l’adattamento degli stessi nel rispetto di alcune specifiche condizioni. È molto utilizzato nel web, seppur con scarsa consapevolezza in alcuni casi, e si concretizza ad esempio nelle licenze Creative Commons in cui vige l’obbligo di attribuire la paternità dell’opera all’autore per poterla adattare, riutilizzare o “remixare”.

Copywriter

Figura professionale che si occupa di scrivere ed ideare contenuti, nello specifico per i siti web. Si può occupare del piano editoriale di un sito oppure di singoli articoli.

Copywriter SEO

Figura professionale quasi del tutto immaginaria in grado di scrivere testi che si posizionano bene su Google (mediante tecniche più o meno formalizzate, tipo le botte di cu*o), e che normamente non sa quasi nulla di SEO (anche se è convinto del contrario).

Clickbait

Contenuti “acchiappa-click” pubblicati su un sito allo scopo di indurre un interesse nei lettori, e sperare di ottenere maggiori visite sul sito. Spesso veicolato ai social network, è una tecnica black hat in senso lato molto utilizzata dai siti di news.

Cloaking

Pratica black hat diffusa allo scopo di presentare ai motori di ricerca un contenuto diverso rispetto a quello mostrato agli utenti. Si usa, anche qui, a scopo di marketing subdolo e per spiattellarvi, ad esempio, banner pubblicitari subdoli o nascosti.

Crawl-budget

Definizione molto diffusa in ambito SEO per indicare, almeno in teoria, il numero di pagine web che sono effettivamente scansionate e considerate da Google. Tuttavia non esiste alcuna pagina web di Google che fornisca tale definizione; la tendenza di molti SEO, comunque, è che ottimizzare il crawl-budget sia preferibile, dato che dovrebbe essere limitato e non deve essere sprecato, ovvero evitare di far indicizzare pagine web poco utili, intermedie o errate.

Creative Commons (CC)

Una licenza sui contenuti molto diffusa sul web, accettata convenzionalmente a livello internazionale e secondo la quale si può pubblicare un contenuto e renderlo condivisibile o riutilizzabile da altri autori a patto di farsi attribuire la paternità dell’opera. Esistono vari livelli di CC: attribuzione semplice, attribuzione con link, attribuzione con link senza o con diritto di modifiche, CC0 o libero dominio.

CMS

Content Management System, ovvero sito web che fornisce un backend amministrativo per gestire grafica e contenuti. Uno dei più famosi è senza dubbio WordPress, seguito da Joomla!.

Crawler

Il software incaricato da Google di leggere i dati dalle nostre pagine, informarlo degli aggiornamenti delle stesse e di carpire tutte le informazioni utili alla fase di indicizzazione della pagina web.

CSS

Cascading Style Sheets, ovvero linguaggio strutturato utile per definire l’aspetto grafico delle pagine web, il posizionamento delle colonne, l’altezza e la larghezza di ogni contenuto e così via.

CTR

Click-through Rate, ovvero tasso di click: può fare riferimento sia al numero di click su un banner rispetto al numero di visualizzazioni, oppure (in ambito SEO) al numero di volte che un risultato di ricerca visualizzato su Google viene anche cliccato. È un indice significativo del tasso di successo di una campagna, in molti casi.

Domain Authority (DA)

L’autorità di un dominio esprime, rispetto ad una link opportunity, il “potenziale” che quel dominio potrebbe esprimere per il sito verso il quale è rivolto il link. Ci sono vari modi per calcolarla: i più diffusi sono quello di Moz e quello di ahrefs. La metrica può cambiare in modo imprevedibile, è solo orientativa e non garantisce nulla, soprattutto, sul posizionamento.

Deep link

Solitamente in ambito SEO un deep link è un backlink che punta verso una pagina interna, diversa dalla home page.

Vedi anche: link building, comprare link

Disavow

Procedura di Google mediante la quale si può screditare un backlink malevolo, ed evitare che influenzi in negativo il posizionamento di un sito.

Vedi anche: Sito penalizzato da Google: cosa fare?

DNS

Domain Name System, l’algoritmo distribuito che fa funzionare il web (ed in particolare i domini) per come lo conosciamo oggi.

Dominio

Il nome di un sito web, ad esempio capolooper.it. I domini sono gestiti via DNS (Domain Name System), e permettono di usare nomi mnemonici o facili da ricordare per accedere a vari contenuti e servizi web.

Editoria sociale

Fa riferimento ad una serie di siti web che permettono, gratuitamente, agli utenti di postare news e votarle; può essere usata, con le dovute precauzioni (ad es. evitare title e contenuti duplicati o copia-incollati) come strategia di link building veloce.

Vedi anche: link building, comprare link

Fattore di ranking (ranking factor)

Un aspetto specifico legato ad un sito (ad esempio la composizione del title, il tipo di backlink in ingresso) che in teoria dovrebbe influenzare il posizionamento della pagina stessa su Google. Tra i fattori di ranking più usati troviamo, ad esempio, le anchor text dei link in ingresso al sito. I ranking factor sono orientativi, cambiano in base al criterio della strategia SEO e non sono ufficialmente noti o riconosciuti da Google (che comunque dovrebbe utilizzarne da un minimo di 200 a diverse migliaia).

Feed RSS

Formato di distribuzione di contenuti sul WEB. Offre agli utenti la possibilità di “abbonarsi” mediante appositi reader (che tipicamente i browser integrano al proprio interno) ed essere così informati dei nuovi contenuti del sito. Si presta a diffuse (quanto discutibili) applicazioni in ambito SEO, specialmente per quello che riguarda: tipo il republishing dei contenuti altrui (ma è davvero una buona idea? Qui a Voyager pensiamo di no).

Flash

Tecnologia, ritenuta dai più obsoleta, sviluppata Adobe Systems Incorporated e dedicata alla creazione di giochi, audio, video e animazioni. Supereroe della DC Comics.

Footer

Corrisponde alla parte finale di HTML dedicata all’inserimento dei vari script Javascript, utili variamente a seconda degli scopi.

Focus

L’argomento trattato da una pagina web. Ovviamente un motore di ricerca deve utilizzare degli algoritmi per provare ad identificarlo, ad esempio in base ai termini utilizzati da altri siti del settore ed alla pertinenza dei contenuti. Se metto a fuoco in modo corretto l’argomento di una pagina, in altri termini, è più probabile che venga meglio posizionata su Google.

Funnel

Letteralmente significa “imbuto”, nell’ambito del web marketing viene riferito in vari modi: purchase funnel, sales funnel o conversion funnel. Rappresenta i vari livelli di acquisizione di un potenziale cliente (prospect) fino a farlo diventare cliente o addirittura abbonato al vostro servizio. A livello visuale, all’estremità superiore si collocano tutti i potenziali clienti, scendendo verso il basso verranno scremati gradualmente per motivi seri (ad esempio non hanno budget e non ce l’hanno detto subito) o più gravi (ad esempio abbiamo inserito delle “distrazioni” nella pagina web di arrivo, per cui il funnel è scorretto) Il funnel è anche il setaccio, potremmo dire, il percorso che porta alcuni visitatori, ad esempio quelli che arrivano nel vostro sito, a scremarsi naturalmente e ad attraversare varie fasi di acquisizione fino alla sospirata conversione, vendita o acquisto.

Geo-marketing

Una forma di web marketing organizzato su base geografica, nel senso di favorire le persone nel trovare ad esempio attività locali. Google My Business e la local SEO si basano proprio su questo modello.

Google Adsense

Programma di affiliazione pubblicitaria di Google, in grado di generare in automatico annunci pertinenti alle pagine web in cui viene inserito (per cui si parla di annunci contestuali, diversi dai banner inseriti manualmente via affiliazioni).

Google Ads

Il programma di inserzionisti di Google, coloro che mettono le pubblicità sul motore di ricerca e su altri siti (mediante circuiti come Adsense).

Google Update

Aggiornamento degli algoritmi di ranking di Google, formalmente per ridurre l’impatto dello spam e fornire risultati di ricerca migliori. Ne esistono di vari tipi, ad esempio Google Caffeine, Google Panda, Google Penguin, ma il più delle volte il loro funzionamento è noto per sommi capi, e non si sa quasi nulla dei dettagli effettivi di ognuno (vedi anche qui).

Google bombing

Tecnica black-hat utilizzata per forzare il posizionamento di alcuni siti rispetto ad alcune query di ricerca. Di recente, ad esempio, i fan delusi della saga di Games of thrones hanno fatto in modo che cercando “bad writers” (pessimi scrittori) uscissero fuori i nomi degli autori, Benioff e Weiss.

Vedi anche qui: Che cos’è il Google Bombing

Googlebot

Googlebot è lo spider web di Google, che serve a scansionare nuovi contenuti in rete e proporli per l’indicizzazione.

Grey Hat

Tecniche di posizionamento di un sito “via di mezzo” tra white hat e black hat, ovvero che sfruttano in parte tecniche lecite ed in parte no.

Guest Post

Strategia di link building molto diffusa, che consiste nel postare su un altro sito un contenuto, tipicamente informativo, e linkare il proprio sito in firma o contestualizzato allo scopo di promuoverlo in modo indiretto.

<head> (intestazione)

Corrisponde alla parte di intestazione della pagina HTML; contiene meta informazioni e dati, che vengono interpretati sia dal browser che dai motori di ricerca, e che non verranno esplicitamente mostrate all’utente. In questa porzione di HTML troviamo, normalmente, i fogli di stile CSS. Se non capisci di cosa stiamo parlando, probabilmente non sei ancora pronto per fare attività SEO da solo.

Hidden text

Testo nascosto, all’interno di una pagina web, nel quale si inserisce un link ad un contenuto e lo si nasconde via CSS (ad esempio mettendolo dello stesso colore dello sfondo della pagina).

Home

La pagina principale del sito, non appena lo apriamo: è la prima cosa che vede il visitatore, di solito.

htaccess

Il file di configurazione del server Apache, messo solitamente nella cartella principale ed in grado di definire il comportamento dello stesso. Molto utile per abilitare gli URL SEO-friendly, ad esempio.

HTML

HyperText Model Language, ovvero un markup per i contenuti del web (e non un linguaggio, come molto spesso si legge in giro). HTML permette di strutturare l’aspetto di una pagina web, ma non possiede un modo per essere modificato, programmato o alterato graficamente.

Viene utilizzato per comporre pagine web di ogni genere. Può contenere immagini, video, testi e link, ma anche contenuti interattivi di vario genere, mediante opportuni plugin (tipicamente Javascript e sempre meno Flash e Java). In genere in una pagina HTML si possono distinguere la parte di intestazione (<head>), il corpo (body) e la parte finale (footer); header e footer hanno tipicamente scopi “di servizio”, mentre il body è la parte di contenuto visibile. Se non sai di cosa stiamo parlando, probabilmente non sei ancora pronto per fare attività SEO da solo.

Hoax / Fake News

Prima che diventassero popolari anche nei notiziari nazionali, le hoax o bufale erano diffuse sul web il più delle volte allo scopo di generare molte visite, giocando su aspetti morbosi o controversi della comunicazione, e spesso inventandosi notizie di sana piana.

Ad oggi le fake news sono uno strumento politico, strategico e di marketing per molte aziende prive di scrupoli, che puntano sia a catalizzare l’attenzione su un problema per scopi elettorali o commerciali, oppure semplicemente mirano a portare grossi volumi di traffico per guadagnare con le pubblicità. Possono essere anche, in alcuni casi, strategie di link building belle e buone.

Vedi anche: link building, comprare link

Host

Un nodo generico della rete internet, adibito all’interconnessione con gli altri.

Hosting

Servizi internet a pagamento o gratuiti, i quali permettono ai siti web di funzionare e di ospitarne (host) e memorizzarne i contenuti. Ne possono esistere di vari tipi a seconda delle necessità: dedicati, cloud, condivisi, VPS e così via.

HTTP

HyperText Transfer Protocol: il protocollo di comunicazione usato sul web, nella sua primissima versione. Contiene tutti i dati trasmessi e ricevuti in un’architettura client-server, anche se attualmente non si usa più ed andrebbe sostituito da HTTPS.

HTTP/2

Nuova versione del protocollo HTTP, che supporta anche la parallelizzazione delle connessioni (posso scaricare più dati in una singola chiamata, in sostanza) e riduce, così facendo, i tempi di caricamento delle pagine web.

HTTP/3

Versione attualmente sperimentale del protocollo HTTP, derivante dalla versione 2 e con ulteriori miglioramenti in termini di velocità.

HTTPS

Secure HyperText Transfer Protocol: il protocollo di comunicazione sicuro usato sul web, nella sua primissima versione. Contiene tutti i dati trasmessi e ricevuti in un’architettura client-server, protetti da eventuali intercettazioni e crittografato in modo tale da essere sicuri che stiamo davvero visitando il sito corretto.

Impressione (impression)

La visualizzazione di una pagina web o di un risultato di ricerca, a prescindere dal cliente o dal dispositivo che l’ha prodotta. Un visitatore singolo potrebbe, quindi, generare 50 impression e contare comunque come visitatore unico singolo.

inurl:stringa

Permette di cercare una stringa all’interno dell’URL del sito, ad esempio tutti gli URL che contengono la parola SEO:

site:capolooper.it inurl:seo

Indicizzazione

Il processo di creazione dell’indice delle pagine all’interno del motore di ricerca (ad esempio Google), in seguito alla scansione di un crawler. Da non confondersi con posizionamento.

IP

Un indirizzo IP rappresenta un identificativo unico di un host (e non necessariamente di un utente, come spesso si crede). È alla base del funzionamento di internet, e permette di ricevere ed inviare dati mediante adeguati protocolli.

Esistono IPv4 (versione 4, quasi satura) e si stanno diffondendo da tempo anche gli IPv6 (versione 6), che indirizzano più spazio per i vari host.

Javascript

Linguaggio di programmazione lato client per il web, utile per definirne la parte interattiva (ad esempio i menù che si aprono al passaggio del mouse). JS permette anche di alterare l’aspetto di una pagina web, e di effettuare operazioni anche malevole (clickjacking, apertura subdola di pagine web, iniezione di virus). Può funzionare anche lato server mediante Node.js, da qualche anno.

Keyphrase

Indica una sequenza sensata di keyword (parole chiave) che forma, solitamente, la query di ricerca che l’utente pone a Google, Bing, Yahoo! ecc. A volte se è molto specifica, cioè è formata da almeno 2 parole chiave combinate, forma un termine della long-tail, molto adatta ad essere ottimizzata in termini di motori di ricerca. Molti SEO le intendono come variazioni sulla coda lunga (long tail) delle keyword.

Keyword

Una parola, semplicemente. Una parola che viene detta, per meglio dire, parola chiave, nel senso che definisce ad es. l’argomento del sito o l’obiettivo della ricerca. Usarle in modo avveduto, distribuirle nel testo e decidere come debbano apparire sul web (per quello che possiamo controllare, ovviamente) è compito degli esperti SEO.

Keyword Density

Il numero di occorrenze di una certa parola chiave rispetto a tutte quelle presenti nella pagina: nulla di più, nulla di meno. Un concetto da ABC di Information Retrieval vecchio più o meno 50 anni, riciclato erroneamente e senza pudore da svariati siti, come se fosse la causa ultima del posizionamento (ovviamente falso).

Si veda anche qui.

Keyword prominence

Si tratta di una metrica sul testo di una pagina che può essere considerata come “l’importanza” o la “Primarietà” di una keyword, in questo caso, rispetto al testo.

Il fatto d’essere prominente, letteralmente, significa letteralmente sporgere o sollevarsi da una superficie: in qualche modo, quindi, nell’ottimizzazione dei motori di ricerca (SEO) fa riferimento a dove andiamo a mettere le parole chiave – ad esempio all’inizio della frase – all’interno del testo, del <title>, degli heading e così via. La KP può essere lavorata nell’intestazione della pagina, nei meta tag, nel paragrafo iniziale o all’inizio di una frase del testo.

Vedi anche: link building, comprare link

Keyword proximity

La “distanza” tra due parole chiave nella composizione di una keyphrase di senso compiuto. Per fare un esempio pratico, in italiano, prendiamo la frase:

Vendiamo webcam per PC ad un prezzo conveniente

in questo caso la proximity della keyword “webcam” rispetto a “PC”è più alta di quanto non sarebbe nella frase:

Tutte le nostre webcam economiche sono adatte a qualsiasi PC.

Vedi anche: link building, comprare link

link:X

Operatore di Google utile per visionare le pagine web che linkano un sito X; nella realtà, per ovvie ragioni, vengono mostrati solo una parte dei link (eventualmente nessuno).

Link Baiting

Tecnica di promozione SEO per ottenere backlink in ingresso che consiste nel cercare di realizzare widget, pagine web, contenuti o software originali, tool/applicazioni o giochi che possano naturalmente attrarre backlink (ad esempio da parte di aggregatori di settore). Il senso è: questo contenuto è figo e lo linkeranno gli altri webmaster in modo spontaneo. Anche qui: ciò avviene spesso solo a livello teorico, e da parte di webmaster che non sappiano nulla di SEO.

Link Building

Tecnica fondamentale nella SEO per ottenere o aumentare il numero di link in ingresso da altri siti.

Vedi anche: link building, comprare link

Link Exchange

Scambio di link tra siti nella speranza, di solito, di posizionarsi bene entrambi (speranza spesso vanificata dai fatti) o più semplicemente per amicizia o stima reciproca.

Vedi anche: link building, comprare link

Link farm

“Fabbriche di link”, ovvero siti che esistono al solo scopo di potenziare i ranking altrui. Sono tipicamente penalizzanti e rischiosi, a livello SEO, di possibili penalizzazioni.

Vedi anche: link building, comprare link

Link Juice

Metrica indicativa usata nella SEO che indica il “succo” di un link, spesso inteso come media tra autorevolezza del dominio, pertinenza tra dominio linkante e linkato e così via.

Vedi anche: La verità sulla link juice

Link Piramidali

Fa riferimento alla struttura topologica dei link in ingresso, ovvero al modo in cui state linkando il vostro sito dall’esterno. Al vertice della piramide, quindi, ci siete voi: in basso ci saranno i vari siti che vi linkano. Modello ovviamente del tutto teorico, difficile da realizzare nella pratica e dall’utilità dubbia: se c’è una piramide, insomma, è anche più facile che Google si accorga della sua presenza e possa penalizzarli per schemi di link.

Vedi anche: link building, comprare link

Link Popularity

Rappresenta il livello di popolarità di un sito web ed il numero di volte in cui lo stesso viene semplicemente citato (sia come testo semplice che come ipertesto).

Vedi anche: link building, comprare link

Link Spam

Un back link che punta al nostro sito senza che ne esista una reale necessità, o – se preferite – un link in ingresso proveniente da un sito di bassa qualità o comunque fuori target rispetto agli argomenti che usualmente trattiamo nel nostro sito.

Vedi anche: link building, comprare link

Link Wheel

Fa riferimento alla struttura topologica dei link in ingresso: nella pratica, A linka B, B linka C, C linka D, D linka nuovamente A. Modello solo teorico di moda sui blog SEO americani fino a qualche anno fa, dalla dubbia utilità pratica e fonte di possibili penalizzazioni.

Vedi anche: link building, comprare link

Local SEO

Insieme di attività e strategie SEO incentrate sulla valorizzazione di un brand o un’attività operante in una certa zona, ottimizzando soprattutto query geografiche (es. “pizzerie roma tiburtina”).

Long tail (coda lunga)

L’insieme delle keyword “derivate” da una principale, secondo vari criteri (marketing, geografici, ricerche più popolari, ecc.) ad esempio partendo dalla keyword hosting la coda lunga sarà composta da hosting economici, hosting php italiani, ecc.

Sono solitamente più “facili” da posizionare delle keyword secche.

Marketing virale

Tipologia di marketing non convenzionale che sfrutta il passaparola per promuovere un prodotto, spesso puntando su fake news, clickbait e sensazionalismo.

Menù a tendina

Un sistema che consente di selezionare contenuti da un menu. Quando si fa clic
sul menu, le opzioni disponibili vengono visualizzate in un elenco “prolungato”.

Meta-description

Un meta-tag non visibile agli utenti ma interpretato dai motori di ricerca, in grado di fornire la parte descrittiva, per esteso, del contenuto di una pagina. Può contenere call to action, in alcuni casi.

Meta-Keyword

Meta tag attualmente inutile per la SEO, che conteneva le parole chiave della pagina. Si sperava questo campo fosse riempito in buona fede; poichè ciò non è mai avvenuto, Google ha deciso di non considerarli più (tiè).

Meta-tag

Un tag HTML usato per scopi interni, e tipicamente non visibile nella pagina.

Motore di ricerca

Un software che funziona sul web (ma può funzionare su qualsiasi database strutturato, in effetti) allo scopo di consentire la ricerca di contenuti di ogni genere. L’ordinamento dei risultati è in genere per pertinenza decrescente (dal più pertinente a scendere).

Negative SEO

Attività SEO fatte allo scopo di penalizzare altri siti, ad es. dei competitori, mediante webspam o Google Bombing. Il più delle volte è una pratica sopravvalutata, anche perchè Google tende ad ignorarla (almeno in teoria, visto che sa dell’esistenza di questa possibilità), e se già è difficile far salire il proprio sito, far scendere apposta quello altrui lo è anche di più.

Vedi anche: link building, comprare link

nofollow (meta)

Meta-tag usato nelle pagine web che indica ai motori di non seguire alcun link all’interno della stessa.

noindex (meta)

Meta-tag usato nelle pagine web che indica ai motori di non indicizzare la stessa (ammesso che non sia già presente in SERP, ovviamente).

Open Directory Project (ODP)

Noto anche come DMOZ, rappresenta un progetto open che coinvolgeva diversi volontari, impegnati nel classificare un grande numero di siti web mondiali per lingua e categorie. Il progetto è stato definitivamente dismesso ad inizio 2017.

Ottimizzare un sito

Significa effettuare una serie di azioni atte a migliorare il posizionamento su Google di un sito web. Tali azioni possono includere sia attività onpage (sulla pagina stessa) chee offpage (dall’esterno del sito).

PageRank (PR)

Indice numerico, il cui nome è brevettato da Google, che rappresentava in scala da 0 a 10 una “classificazione” del sito limitativa, ingannevole e ormai obsoleta. Ad oggi, praticamente, nella SEO non si usa più. Rimane tuttavia uno dei parametri che vengono valutati per decidere il posizionamento di un sito, sommato a molti altri fattori. Nella pratica un sito di riferimento sul SEO potrebbe avere PR 6, quello ufficiale di un attore italiano PR 8, un blog appena nato PR 0 oppure 1: tuttavia tale valore viene stimato dagli utenti con margini di errore piuttosto grossolani, e sarebbe quindi del tutto inapplicabile.

Penalizzazione

Provvedimento manuale o algoritmico preso da Google per ridurre l’impatto di un sito nei risultati di ricerca, il che si traduce in un calo di visite provenienti da Google stessa per il sito penalizzato. Le principali cause di penalizzazione, ad oggi, sono i siti non protetti da malware, l’uso di theme piratati, l’acquisto di link da siti di bassa qualità e via dicendo.

Percentuale di rimbalzo

Indice di web analytics che indica, senza scendere in dettagli tecnici, il tasso di permanenza di un utente nella pagina; in assoluto non deve essere alta o bassa, perchè dipende dai casi. Una landing page che converte, ad esempio, può avere un rimbalzo elevatissimo ed essere comunque buona (la persona arriva nella pagina e compra immediatamente, perchè il funnel funziona molto bene); un blog che monetizza con Adsense, al contrario, dovrebbe averne una più alta (perchè così facendo è più probabile che clicchi su qualche banner o link a pagamento).

Permalink

In WordPress ed altri CMS, rappresenta l’URL finale di riferimento di un articolo, pagina o tassonomia (categoria o tag). È solitamente editabile e modificabile a piacere.

Vedi anche: cos’è un link

Pertinenza

Concetto di Information Retrieval, usato anche nella SEO, che è determinata da fattori interni di ranking e misura il grado di “vicinanza” di una pagina web rispetto alla ricerca che è stata fatta. In teoria, maggiore è la pertinenza, prima il risultato dovrebbe comparire in SERP.

PBN (Private Blog Network)

Rete privata di blog, ovvero: gruppo di blogger o SEO che si mettono d’accordo sottobanco per avere a disposizione un parco sito più ampio in cui poter pubblicare contenuti. Generalmente funziona a sottoscrizione periodica a pagamento, ma se ne trovano anche di gratuite. È un buon sistema per evitare di dover pagare singolarmente i backlink, ma ovviamente non è esente da rischi di penalizzazione.

Vedi anche: [PBN SEO] Private Blog Network: guida completa e GRATIS

PHP (Hypertext Preprocessor)

Linguaggio di programmazione lato web utilizzato da WordPress, Joomla!, Laravel e molti altri.

Posizionamento organico

Nella SERP (Search Engine Result Page) rappresenta la posizione in cui il sito si propone per una certa ricerca (query) espressa ad es. in parole chiave. Da non confondersi con indicizzazione.

Query di ricerca

La ricerca effettuata dall’utente sul motore, composta da uno o più termini: ad esempio ipad oppure corsi SEO online. Quello che cerca l’utente, in sostanza.

Recupero domini

Operazione grey-hat in ambito SEO, fatta per migliorare l’autorevolezza di un dominio sfruttando quella di domini scaduti, che vengono ricomprati e rimessi in circolo. Se quel dominio aveva dei backlink, per intenderci, mediante redirect 301 o redirect 302 è possibile ereditarli in modo definitivo (come più spesso di fa), o solo a livello di traffico (come si fa volendo essere più cauti).

Redirect

Operazione di reindirizzamento da una pagina A ad una B, che può essere provvisorio (302) o permanente (301). Viene usata sia per scopi ordinari (ad esempio evitare errori 404 e portare gli utenti su un’altra pagina interessante) che per scopi di miglioramento del ranking (ad esempio portare le visite di un articolo molto visitato via Google su un altro sito, in modo che – via 301 – se ne ereditino i vantaggi).

Redirect o reindirizzamento 301

Rappresenta formalmente uno dei tanti codici di stato del server: è utile in particolare per trasferire contenuto informativo da una pagina sorgente ad una destinazione, sia dello stesso sito che verso due domini distinti.

Referrer

Il sito da cui ha origine il traffico di un altro sito. Classico esempio: il traffico che arriva ad un sito mediante backlink da un altro sito famoso, quindi visite che arrivano mediante click su quel link.

rel=canonical

Attributo di una pagina che indica l’URL standard del sito, in modo che il motore di ricerca non faccia confusione e non indicizzi pagine inutili o doppie.

rel=nofollow

Attributo di un link che suggerisce la natura “commerciale” dello stesso, o il fatto che non debba essere preso “alla lettera” in termini di posizionamento. Si veda anche qui.

rel=sponsored

Attributo di un link, utile per segnalare a Google che quel link è stato venduto. Si veda anche qui.

rel=ugc

Attributo di un link, utile per segnalare a Google che quel link è stato generato da un utente esterno al sito (ad esempio nel caso di forum e community). Si veda anche qui.

Rich-text snippet

Un blocco di testo ed immagini che rappresenta informazioni utili a chi cerca su Google, sulla base della sintassi HTML definita sul sito Schema.org: esempi possono essere le recensioni del sito di un ristorante, le recensioni utenti di un film o di un album musicale, le caratteristiche di un prodotto su un e-commerce e così via.

robots.txt

Un file posto via FTP nella cartella principale del sito, con indicazioni (o suggerimenti) ai motori su cosa si possa scaricare dal sito (a livello di crawl) o meno.

Sandbox, Effetto Sandbox

Fenomeno di filtraggio che pare venga attuato da Google, in fase di valutazione del ranking, sui siti molto giovani; questo allo scopo di evitarne posizionamenti improvvisi a discapito dei competitor e che non siano “meritevoli”. Non ci sono prove ufficiali che esista davvero, ma buona parte dei SEO la pensano (a mio avviso giustamente) così.

Scambio di link

Si tratta di una pratica comune tra webmaster che vogliono farsi conoscere dai visitatori: ad esempio la pagina A fornisce un link a B, e viceversa B ad A. Se questo può aiutare le visite (e non sempre lo fa), non può essere considerato come parte integrante di una strategia SEO se non, di fatto, per provare ad indicizzare uno dei due siti – ammesso che l’altro, ovviamente, lo sia già. Google ufficialmente penalizza gli scambi “eccessivi” di link, stando alla documentazione ufficiale.

Scansione

Operazione effettuata da un bot (ad esempio quello di Google, googlebot) ai fini di analisi delle varie pagine web con l’obiettivo di indicizzarle, se opportuno.

Scimmie

Messe davanti ad una macchina da scrivere o davanti ad un PC, producono rapidamente contenuti in grado di posizionarsi, scrivono articoli sul “copywriting SEO” e sostituiscono i copywriter professionisti. Almeno, nella mente di alcuni.

Search Console di Google

Lo strumento ufficiale di Google per misurare le prestazioni del proprio sito sui motori di ricerca. Vedi anche qui.

SERP (Search Engine Result Page)

Rappresenta l’insieme dei risultati di ricerca, con descrizione e cliccabili, di un motore di ricerca.

SEO

Search Engine Optimization, ovvero: ottimizzazione di pagine web per i motori di ricerca, in modo da renderle comprensibili ai motori, scansionabili correttamente e posizionate nel migliore dei modi.

site:X

Operatore di Google utile per visionare le pagine web indicizzate di un sito X; ad esempio, di questo.

Sito

Un portale web che risponde ad un certo nome di dominio, e che fornisce vari tipi di contenuti: news, servizi, PA, giochi, contenuti per adulti e via dicendo.

Sito statico

Un sito fatto interamente in HTML, CSS e JS, senza PHP o alcun tipo di CMS.

Sito dinamico

Un sito realizzato mediante CMS (WordPress) o software cloud (tipo Wix).

Sitemap

Un file XML contente tutti i suoi URL aggiornati dinamicamente. E’ utile sottoporla agli appositi strumenti SEO come il Webmaster Tools di Bing! o Google allo scopo di sincronizzare i contenuti delle SERP con il contenuto reale delle pagine, nel caso in cui esistano diversita’ tra le due o siano stati fatti aggiornamenti. Serve a mantenere l’indice aggiornato ed a sincronizzare i contenuti tra crawler e sito: ma questo, ovviamente, non sempre si verifica nella pratica.

Snippet

Testo visualizzato sotto il titolo della pagina web corrispondente all’interno delle
pagine dei risultati di ricerca di un motore di ricerca. Generalmente consiste in un
riepilogo della pagina web e/o parti della pagina corrispondenti alle parole chiave
della ricerca.

Sottodominio

Un dominio di almeno terzo livello che faccia riferimento ad un dominio principale: ad esempio blog.nomesito.it oppure italia.blog.nomesito.it.

Strategia SEO

Il modus operandi che abbiamo stabilito, o che definiamo in corsa, durante un’attività SEO.

Tag HTML

Componente di una pagina web, delimitato dai simboli < e > ed adibita a vari scopi: rappresentare immagini <img>, link <a>, paragrafi <p>, titoli <h1>,<h2>,… e così via.

Test A/B

Si riferisce nella SEO all’azione di creare due pagine (documenti o siti web) dalle caratteristiche piuttosto simili, allo scopo di determinare il fattore che influenzi di più il posizionamento e capire cosa funzioni meglio.

Target

L’obiettivo da raggiungere durante l’ottimizzazione del funnel (ad esempio di conversione): il numero di vendite, il numero di iscrizioni alla newsletter e così via.

Title

La sezione HTML di una pagina web che contiene il titolo del documento web. Secondo la dottrina SEO è uno dei parametri più importanti da ottimizzare durante la SEO On-Page. Contrariamente a quello che si pensa, inoltre, non è detto che debba per forza corrispondere con il titolo cliccabile che compare in SERP (dipende sempre dalla ricerca che si fa, vedi anche qui).

URL (Uniform Resource Locator)

Si tratta dell’indirizzo WEB del sito, e si intende solitamente comprensivo del prefisso https://.

URL SEO-friendly

Sono URL ottimizzati per la SEO, composti da lettere, trattini e numeri, e che contengono anche un’eventuale gerarchia all’interno. Sono molto importanti per gli utenti ed i motori per far capire la struttura della pagina corrispondente all’interno del sito, ad esempio:

https://negozio.online/prodotti/ipad

Usabilità

L’insieme delle pratiche tecnologiche che rendono un sito facilmente utilizzabile, a prescindere dalla propria formazione e storia personale, in relazione al tipo di contenuto in ballo. Si potrà un’interfaccia web in cui sia possibile fare la maggior parte dell’operazione con una sola mano da mobile, oppure un altro tipo di sito in cui tutto quello che ci serve sia facile da reperire e non si debba spulciarlo nel sito senza criterio.

User-agent

Applicazione lato client che richiede un contenuto ad un web server, “presentandosi” con determinate credenziali (una stringa di testo che dice: sono un computer Apple che sta usando Firefox 54, ad esempio). All’atto pratico gli user-agent possono servire, in fase di realizzazione o test di un sito (anche in caso di checkup SEO, a volte), a capire come venga visualizzato da vari dispositivi.

User-agent switcher

Plugin disponibile su vari browser per simulare l’accesso ad internet da un dispositivo mobile su desktop, o viceversa. I più evoluti permettono anche di cambiare anche sistema operativo, dispositivo e risoluzione dello schermo.

Unici

Visitatori unici. Il numero di visitatori unici fa riferimento ai singoli visitatori che arrivano su un sito web. Quindi se ci sono 10 persone che da 10 postazioni diverse visualizzano una pagina web, quella pagina conterà 10 unici.

UX (User eXperience)

L’esperienza acquisita da un utente grazie all’utilizzo di prodotti, servizi e così via.
Viene data importanza alla garanzia di un’esperienza veramente desiderata
dall’utente, ad esempio “divertimento”, “praticità” e “comfort”.

Zoom Authority (ZA)

Esprime l’autorevolezza del dominio secondo il tool di SEOZoom. Esprime su scala logaritmica da 0 a 100 quanto traffico arrivi al sito nel periodo di riferimento. Non esprime una garanzia di posizionamento, di per sè, ed è solo una metrica approssimata come moltre altre (es. DA).

White Hat

Tecniche di posizionamento di un sito ufficialmente ammesse da Google, e che si basano sull’uso corretto del web e degli strumenti che lecitamente mette a disposizione.

Vedi anche: link building

WEB

La rete, ovvero l’insieme dei siti internet attuali collegati dai vari link, è nota attualmente come web.

Webspam

Tutti i contenuti ed i link che, in generale, sono costruiti esclusivamente per i motori di ricerca – in una sorta di sottinteso reverse engineering – e non per gli utenti, allo scopo di forzare una valutazione positiva di un sito (o il suo rank in prima pagina, se preferite). Esempi classici sono lo stuffing delle parole chiave nei titoli, nelle descrizioni o nel testo, la costruzione di backlink inutili sulla base del criterio PageRank / dofollow ed altro ancora.