Il termine di oggi ha una valenza particolare nel processo di ottimizzazione: fa riferimento ad una forma di sovra-ottimizzazione che ha più effetti nefasti che altro. La cannibalizzazione si verifica quando, in genere, più pagine web competono sulla stessa keyword.
Da dove deriva
Il termine è mutuato dal marketing, e si riferiva alla riduzione di vendite dovuta all’introduzione di troppi prodotti che coprivano la medesima “fascia” o settore di riferimento.
Che cos’è la cannibalizzazione?
Nell’ambito SEO il fenomeno della “cannibalizzazione” – nello specifico delle parole chiave – si verifica quando un sito web presenta più pagine che competono tra di loro sulla stessa keyword. Vedi più sotto per un esempio pratico.
Cannibalizzazione SEO nella pratica
Nell’ambito SEO il fenomeno è molto dibattuto: la keyword cannibalization avviene nel momento in cui ci sono più pagine web distinte che targetizzano lo stesso contenuto, e non è chiaro cosa si debba fare in genere. Il fatto che targetizzino lo stesso contenuto, in effetti, è diverso dal pensare che lo facciano per la stessa parola chiave, anzitutto, e questo punto va tenuto nella corretta considerazione. Si risolve eliminando le pagine di troppo, accorpando i contenuti e ricorrendo ad un uso mirato di redirect 301, facendo attenzione a non ingenerare cicli infiniti di reindirizzamento.
Quando la cannibalizzazione NON è un problema
A questo punto vale la pena ricordare che esistono casi in cui la cannibalizzazione può essere un falso problema; guai, quindi, a vederla come un mostro contro cui combattere sempre e comunque. La cannibalizzazione di parole chiave, infatti, è un problema se Google ha difficoltà evidenti ad “eleggere” la pagina da posizionare, ovvero qualora ci siano potenziali ambiguità a livello di rilevanza. Anche se potrebbe sembrare un problema nella totalità dei casi, ci sono casi in cui ha senso mantenere la “cannibalizzazione” in senso lato, ad esempio nel caso in cui le visite coprano settori di mercato differenti oppure, ancora, può andare bene in presenza di particolari accorgimenti a livello di rel=canonical.
Come verificare la cannibalizzazione di keyword via Search Console
Ovviamente la cannibalization è da monitorare sempre: è possibile rilevarla agevolmente facendo uso accorto della Search Console di Google, e andando a vedere se per una certo gruppo di keyword ci possa essere più di una pagina corrispondente. I problemi di fondo possono essere due, a mio avviso:
- non sembra esistere un modo universale per affrontare i casi di cannibalizzazione, e le soluzioni che si propongono in questi casi sono a volte fuffose o semplicistiche;
- non sempre è ovvio come verificare i casi di cannibalization che, di fatto, spesso vengono rilevati a naso o vengono erroneamente associati all’idea di semplici pagine web duplicate.
Nella pratica, potremmo fare così:
- Andiamo nella Search Console di Google
- Apriamo la sezione Rendimento
- Ordiniamo per numero di impressioni o per CTR nullo (a seconda dei casi) le keyword
- Andiamo a spulciare una keyword alla volta, a questo punto, verificando la corrispondenza tra keyword e pagine (switchiamo tra il pannello Query e quello Pagine, in sostanza, per ogni keyword)
I casi che possiamo riscontrare sono a questo punto i seguenti due.
Caso A: 1-key 1-page
È un caso ottimale quanto, spesso, solo ideale: se la keyword riferisce una search intent ben specifica e racchiudibile dentro una pagina singola, ha senso che ci sia una corrispondenza uno-ad-uno tra keyword e pagine web. Questo avviene per ricerche a cui si fanno corrispondere, ad esempio, articoli di blog: se ho ottimizzato rispetto a “come formattare un computer” mi aspetto che il traffico da Search Console arrivi sull’articolo che spiega appunto come si formatta un PC. A maggior ragione se la ricerca è specifica, come avverrebbe nel caso di ottimizzazione su come formattare un PC con Windows.
Caso spesso solamente ideale, oggetto di varie disquisizioni in ambito SEO, avviene se alla chiave di ricerca X corrisponde una ed una sola pagina Y – ovviamente non c’è problema in questo caso.
Caso B: 1-key n-page
In questi casi abbiamo una potenziale cannibalizzazione della singola keyword rispetto a più pagine, ma ci sono vari distinguo da fare prima di precipitarsi a fare mosse avventate o cancellare pagine utili. Prima di tutto va capito come sia distribuito il traffico: se sto ottimizzando la query con un numero di telefono, e il mio sito è un elenco telefonico, potrebbe avere senso che il traffico sia distribuito sia su una pagina web che riporta i dati su chi sia quel numero che, ad esempio, mi riporti alla pagina dei numeri più cercati o del motore di ricerca interno dei numeri. In questi casi onestamente non parlerei di vera e propria cannibalizzazione, anche perchè modificare questa cosa significa intervenire sulla struttura interna del sito (con tempi e costi superiori, ed un potenziale “guadagno” quantomeno dubbio).
Il caso generale prevede la rilevazione del problema, la cancellazione delle pagine di troppo con un doveroso redirect per evitare di perdere traffico utile. Nulla di complesso, per la verità, ma bisogna stare attenti a farlo quando NON serve farlo. Vediamo qualche esempio di falsi positivi, a questo punto, come questo: per la chiave di ricerca tophost webmail abbiamo qui DUE pagine web che ricevono visite. A ben vedere pero’, le impressioni della seconda sono 4 ordini di grandezza di meno di quelle della keyword principale, per cui il problema è in questo caso trascurabile. NON conviene cancellare la pagina “di troppo”, in questo caso, perchè è ottimizzata per altre keyword e perderemmo traffico lì – ecco un esempio abbastanza calzante di cosa significhi fare SEO, a volte: il rischio di farsi danni da soli per inesperienza.
Il caso di più varianti della stessa keyword (long tail) che insistono e portano traffico sulla stessa pagina è anch’esso un falso positivo in termini di cannibalizzazione, perchè semmai significa che la pagina web è stata ben progettata per ricevere traffico sia da una key principale che dai annessi sinonimi o variazioni. Ecco un esempio di visite che “confluiscono” sulla stessa pagina web contenente i “migliori gruppi telegram”:
Un secondo caso 1 key n page interessante e da vagliare in modo critico è quello in cui le visite confluiscono su pagine che fanno redirect 301 tra di loro, ovviamente anche in questo caso non si tratta di vera e propria cannibalizzazione: si tratta “solo” di verificare periodicamente i redirect per evitare di perdere traffico. Esempio pratico:
In conclusione
La SEO tradizionale ci ha sempre insegnato come valga il principio 1 key 1 page, certamente rispetto questa posizione e la onoro tutte le volte che posso. Ma guai a vedere le cose e a lavorare, soprattutto, in maniera acritica o meccanica.