Secondo un diffuso modo di procedere nella SEO, si tende ad apportare spesso delle modifiche al campo <title> di una pagina, il più delle volte mediante plugin SEO (Yoast ad esempio) oppure direttamente dal backend editor del CMS che stiamo utilizzando: sappiamo che il title quasi sempre coincide con il campo titolo della pagina.
Sappiamo anche che ci sono alcune “regolette” per provare a migliorare il posizionamento, a volte semplicemente cambiando un po’ il title o inserendo una parola chiave utile: tutte cose sacrosante (e di cui non abusare) che vale la pena sperimentare e capire un po’ meglio. Tuttavia c’è un problema che in pochi considerano, secondo me: Google non vede il cambiamento del title come una “regola” vera e propria da seguire scrupolosamente. Posso portare almeno un paio di esempi tratti da questo blog per comprendere come anche una modifica apparentemente semplice, come l’aspetto di un title, sia complessa da mettere in pratica.
Prendiamo il primo risultato in SERP di questo sito mediante operatore site:
Come possiamo vedere il titolo che compare in SERP è diverso da quello impostato nel tag <title>, che è ormai da molti mesi in questa forma:
In un certo senso quindi, Google ha chiaramente ignorato il title HTML, ed ha preferito L’angolo del tuttologo Capolooper.it – Salvatore Capolupo, quindi ha aggiunto e “rimontato” a piacere lo stesso sulla base (presumibilmente) di:
- anchor text in ingresso da altri siti
- anchor text in ingresso dal mio sito
- altri tipi di fattori SEO più complessi (probabilmente inclusi tra i molteplici ranking factor che più o meno conosciamo)
Se vi sembra un esempio isolato o sui generis, posso garantirvi che non lo è. Non è detto, insomma, che se vedo una cosa del genere (secondo esempio, sempre tratto da questo sito) tra i risultati di ricerca:
il title della pagina sia per forza:
<title> Perchè il bold non serve ad ottimizzare – Capolooper.it </title>
e questo una serie di valide ragioni ed aspetti, osservabili sperimentalmente (e ovviamente, come sempre in questi casi, da vagliare in modo critico).
Google impiega del tempo a scansionare la pagina
Se facciamo una modifica, anzitutto, non è detto che Google la rilevi in tempo reale: se non avete fretta, aspettate pure qualche giorno e poi verificate che abbia preso le modifiche: se andate di fretta, sottoponete la pagina con il title modificato al tool di scansione. Prima regola da tenere in conto, quindi, è il tempo impiegato da crawler per ripassare sulla pagina modificata.
Google potrebbe aggiungere il nome del sito
Questa è una cosa che Google fa in molti casi, anche quando nel title non è presente il nome del brand o del sito; in molti casi, lo aggiunge e basta. C’è poco da fare in questi casi, e questo ha rafforzato una sensazione che ho da molti anni, ormai, che purtroppo è difficile da verificare con certezza ma che sembra se non altro ragionevole. Quindi un title come:
“Pippi Pappo Leader nel settore”
potrebbe diventare (senza la nostra volontà):
“Pippi Pappo Leader nel settore – pippipappo.it“
Il title dipende anche dalla ricerca che fate
Questa è una cosa incredibilmente sottovalutata da chi usa Google o da chi si spaccia per SEO esperto, questa qui: ma il title sembra dipendere anche dalla ricerca che fate. Non è che Google fissi un title in modo monolitico e lo adatti come risultato di ricerca ovunque, insomma. Prova ne sia il fatto che molte pagine web possono essere indicizzate più volte con title diversi l’uno dall’altro, proprio perchè è perfettamente plausibile che su una pagina arrivi traffico da qualsiasi ricerca e da tutte le varianti della coda lunga, ad esempio.
Google si potrebbe basare sulle anchor text dei backlink al sito per dedurre il title
È chiaro, in sostanza, che il title può essere coincidente con quello che vediamo nei risultati di ricerca, ovviamente; ma questo non vuol dire che avvenga sempre e con certezza assoluta. In molti casi Google potrebbe ricavare il title più adatto anche dai backlink che puntano alla pagina, motivo per cercare di scriverli sempre con cura quando fate link building. Poi, altro aspetto fondamentale, se Google aggiunge il nome del sito potrebbe dipendere anche dal gran numero di anchor text brand che puntano al sito (faccio solo ipotesi speculative, prendetemi con le pinze).
Ci sono anche ulteriori fattori che potrebbero infuenzare i title che non “comandano” in SERP: differenze tra versione scansionata ed indicizzata, tentativi eccessivamente manipolativi, problemi di parsing nel title (tipico nel caso in cui, ad esempio, vediamo bene un title nel sito e lo vediamo male in SERP: Screaming Frog può aiutare, in queste situazioni).